Classe ed eleganza sul green

Diamo il benvenuto alla nostra nuova giocatrice, Lucrezia Colombotto Rosso, che si è gentilmente concessa in una videocall direttamente da casa sua, a Monaco, per raccontarci direttamente di sé durante una piacevolissima chiacchierata pomeridiana. Un botta e risposta tra vecchi ricordi, ambizioni future e retroscena sulla vita di una giovane golfista professionista. Un viaggio tra ricordi, competizioni in giro per il mondo e la voglia di mettersi sempre in gioco. La storia del golf femminile italiano recente passa anche dal suo nome. Classe 1996, Lucrezia è una proette che gioca stabilmente sul Ladies European Tour, il massimo circuito europeo. Un passato come pilastro della Nazionale Italiana Femminile di golf e un futuro come professionista, ancora tutto da scrivere. Lo ammetto, è stato emozionante ritrovare Lucrezia anche se attraverso lo schermo di un computer. L’ultima volta che ci siamo incontrate era il 2013 e mi batteva in match-play durante i Campionati Italiani a Squadre Assoluti. Avevo lasciato una ragazzina 17enne di incredibile talento e ora mi ritrovo davanti una ragazza determinata, atletica, dall’eleganza innata e con le idee ben chiare su ciò che vuole dalla vita.

LUCREZIA TI LASCI ALLE SPALLE UN 2020 RICCO DI SODDISFAZIONI SUL PIANO PROFESSIONALE. DIREI CHE L’ANNUS HORRIBILIS PER TE NON È STATO POI TANTO MALE

È vero. Nonostante sia stato un anno da dimenticare sotto molti punti di vista, personalmente posso affermare che il 2020 è stato un gran punto di svolta per la mia carriera. Ho continuato a lavorare con costanza durante il lockdown anche da casa, grazie a una rete che avevo montato in soggiorno (per la gioia di mia madre). Riprese le competizioni sono stata costante raggiungendo ottimi obiettivi e giocando moltissimi tornei, molti di più rispetto agli anni precedenti.

A QUANTI ANNI HAI INIZIATO A GIOCARE A GOLF?

A 11 anni, a Monaco dove vivo tutt’ora. È stato amore a prima vista e devo ringraziare mio padre per questo. All’epoca giocavo a tennis a livello agonistico poi un mercoledì pomeriggio papà mi ha portata con sé in campo pratica e lì ho capito che il mio posto era lungo i fairway.

QUINDI A 11 ANNI QUANDO LE BAMBINE SOGNANO DI FARE LE BALLERINE O LE VETERINARIE TU AVEVI GIÀ CAPITO QUALE FOSSE LA TUA STRADA?

Sì, assolutamente. Sono sempre stata portata per gli sport. Credo che l’essere sportiva mi definisca come persona. E appena preso dimestichezza con palline e legni ho realizzato che il mio futuro sarebbe stato da professionista.

HAI ACCUSATO IL PASSAGGIO DAL MONDO AMATEUR E QUELLO PROFESSIONISTICO?

Parecchio. In Nazionale sei coccolata, devi occuparti solo di giocare, al resto pensano gli altri. Poi a 19 anni mi sono ritrovata a dovermi gestire la vita, ad affrontare la quotidianità con le sue piccole e grandi sfide. I primi due anni da proette sono stati duri, bisognava prendere le misure su una vita fatta di valigie, viaggi, trasferimenti e tensione pre gara. Nel mio lavoro l’organizzazione è un elemento fondamentale.

HAI UNA GIOCATRICE ALLA QUALE TI ISPIRI?

Ne ho due. In Italia Diana Luna, una delle giocatrici più talentuose che il nostro Paese possa vantare. Per me è un vero onore potermi allenarmi allenare con lei a Cannes e giocare al suo fianco. È una donna straordinaria, sempre pronta a darti una mano e a supportarti nonostante la competizione che, inevitabilmente, nasce durante ogni torneo. In campo internazionale invece, Lorena Ochoa, la golfista messicana che in appena sei anni ha realizzato tutto quello che un’atleta sogna nel corso della sua carriera. La Ochoa ha una Fondazione di beneficienza a favore dei bambini più bisognosi e nel mio piccolo vorrei seguire la sua strada.

DESIDERI QUINDI IMPEGNARTI ANCHE NEL SOCIALE?

Sì, vorrei creare una mia Onlus e offrire un’opportunità di vita ai bambini in difficoltà con programmi legati alla salute, all’istruzione e all’inclusione sociale attraverso attività golfistiche.

QUALI SONO I TUOI OBIETTIVI A BREVE E A LUNGO TERMINE?

Nel breve, riuscire a qualificarmi per la Solheim Cup, entrare nella top 10 dell’ordine di merito europeo e giocare per l’Italia alle prossime Olimpiadi di Tokyo. A lungo termine invece mi piacerebbe prendere la carta per LPGA, il massimo circuito americano e trasferirmi Oltreoceano.

QUAL È IL RICORDO PIÙ BELLO CHE HAI NELLA TUA CARRIERA DA GIOCATRICE DILETTANTE E DA PROFESSIONISTA?

Da amateur il secondo posto nei Campionati Europei a squadre. Non abbiamo vinto ma l’atmosfera che si respirava, lo spirito di squadra e l’affiatamento che si era creato con le mie compagne è un ricordo che resterà per sempre impresso nel mio cuore. Da professionista invece la partecipazione allo U.S. Women’s Open. Non ho passato il taglio ma il secondo giorno ho ricevuto un tale affetto e sostegno dagli spettatori che mi ha fatto realizzare quanto io sia fortunata a fare il lavoro più bello che esista.

I TUOI GENITORI TI SEGUONO DURANTE I TORNEI?

All’inizio della mia carriera quando giocavo sul circuito minore europeo viaggiavo quasi sempre da sola, organizzandomi con altre giocatrici. Nei primi anni cerchi di sondare il terreno e risparmiare il più possibile. Poi mio padre ha iniziato a farmi da caddie in qualche gara ma ammetto che non sia facile gestirmi soprattutto sotto tensione. Ho il mio bel caratterino…

IL 2021 SI È APERTO CON UNA BELLA NOVITÀ, SEI LA NUOVA AMBASSADOR CHERVÒ. QUALI SONO I VALORI CHE ACCOMUNANO LUCREZIA AL BRAND DI ABBIGLIAMENTO?

Chervò è un brand di classe, chic e, allo stesso tempo, trasversale e versatile e mi ritrovo molto in queste caratteristiche. Posso indossare i fantastici abitini colorati e tecnici in campo e, la sera, sfoggiare capi di abbigliamento in modo diverso, personalizzato per un aperitivo con gli amici. Portare il nome Chervò in giro per mondo è per me fonte di grande orgoglio e spero vivamente di poter dare il massimo ed esserne all’altezza. To be continued…